Raro caso di una seconda vittoria dopo quella di Paolo Volponi

Per la Federazione Unitaria Italiana Scrittori, come sanno coloro che hanno letto la rassegna della narrativa (presente sul sito www.fuis.it da qualche settimana) redatta per il 2019, il romanzo “Colibrì” di Sandro Veronesi, pubblicato dalla Nave di Teseo,  era presentato come il più importante edito nell’anno scorso. La vittoria dello scrittore fiorentino è quindi una conferma che fa piacere, come anche il buon terzo posto di Valeria Parrella, unica a rappresentare le scrittrici tra i cinque finalisti.

Anche quest’anno hanno avuto buon gioco di voti e di presenze gli scriventi, nei dodici finalisti, cioè coloro che sanno scrivere bene, ma che faticano a farsi scrittori, cioè a inserirsi tra coloro che riflettono sia sulla lingua (lo strumento che usano) sia sulle modalità narrative che costruiscono e fanno la struttura del romanzo.

In termini di perfidia, si può aggiungere che, a considerare i voti ottenuti da ciascun autore, la presenza di due titoli Einaudi (uno milanese e uno romano?) hanno favorito Sandro Veronesi che ha potuto vincere con 200 voti; mentre sommando i voti ottenuti da Gianrico Carofiglio, 132, e quelli di Valeria Parrella, 86, si ha un totale di 218 voti! Un modo ulteriore per evidenziare che nei premi letterari pur facendo concorrere gli scrittori, la partecipazione degli editori non è da ritenersi secondaria.

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